Letteratura: ''El Aleman''
Postato il Saturday, 12 April @ 12:45:00 CEST di vamos
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Arturo Herman
Bernstein è stato il primo professionista della Guardia Vieja. I suoi amori sono
stati la birra e il bandoneón.
testo di
Massimo Di Marco
" Ernesto Ponzio, il violino magico della Guardia Vieja, diceva:" Se vi
capita di entrare in un locale e di vedere qualcuno che suona senza aver davanti
un pezzo di carta può essere uno dei tanti, ma se ha davanti uno spartito non vi
potete sbagliare: è l'Alemán". Lo chiamavano così perché i suoi genitori, Adolfo
e Augusta Cosbab, erano tedeschi. E poi perché era un bevitore di birra
formidabile. Dove suonava si faceva una tana con le bottiglie di birra e tutti
potevano notare come si assottigliasse di sera in sera. Diceva:" Se non mi bagno
ogni tanto la gola non riesco assolutamente a suonare, le dita non si muovono".
Ernesto Ponzio, il violino magico della Guardia Viejal.. In un'epoca in cui
tutti suonavano ad orecchio, El Aleman era l'unico professionista con le carte
in regola, in grado cioè di esibire un diploma.
Nato il
17 novembre 1882 in Brasile, a Pétropolis, era stato presto portato a Buenos
Aires dai genitori che avevano affittato un appartamento nel quartiere di
Barracas, in Calle Herrera 1216. Finite le scuole elementari, come suo fratello
Luis aveva studiato musica classica al conservatorio. Tutti e due suonavano il
pianoforte ma una volta preso il diploma Arturo si è indirizzato verso il
bandoneón, Luis verso la chitarra. Più tardi abbandonerà questo strumento e
diventerà uno dei primi contrabbassisti delle Orquestas Tipicas. Anche El Alemán
suonava la chitarra e il violino ma si sentiva troppo attratto dal bandoneón .Le
sue mani erano esatte, gli accenti erano giusti, la sua musica era anche
appassionata. Alcuni ancora oggi sostengono che Bernstein sia stato il miglior
bandoneonista della Guardia Vieja, superiore persino ad Eduardo Arolas ed al
grande Pacho, cioè Juan Maglio, anche se non ha goduto della stessa popolarità.
Ancora ragazzo El Alemán suonava e intanto faceva un altro lavoro, prima in una
ditta di tessuti, poi in una litografia. Aveva appena ventun anni quando ha
esordito a La Boca, tra Suarez e Necochea, al Café Royal, divenuto poi la
roccaforte di Francisco Canaro. Ci è rimasto cinque anni durante i quali si è
diviso con altri due locali, La Marina (specializzato in polli arrosto) a La
Boca e il famoso T.V.O in Barracas, da dove sono passati molti nomi del tango,
musicisti, compositori e poi anche cantanti. Più tardi è diventato un ritrovo di
delinquenti e nel 1930 ha chiuso. Un tentativo successivo è durato poco, era
presidiato dalla polizia ed i clienti venivano interrogati, portati in
gendarmeria ed interrogati di nuovo. Aveva conosciuto nella hall di un grande
albergo una ragazza con le lentiggini. L'incontro è stato proprio un caso. El
Alemán doveva suonare ma non era mai stato in quell'albergo, dopo aver passato
la porta non sapeva più dove andare e così aveva deciso di andare a parlare con
qualcuno del ricevimento. Aveva lasciato il suo bandoneón nell'astuccio su una
poltroncina della hall. Dopo un attimo un cameriere vede quel bagaglio che gli
pare abbandonato, pensa che qualcuno lo abbia dimenticato e lo porta nel
deposito delle cose smarrite dai clienti distratti. Quando El Alemán ritorna
vede la poltroncina vuota e si sente male. Glielo hanno rubato?- Signore,
tranquillizzatevi: la vostra valigia è stata portata via da un cameriere che
l'ha ricoverata tra gli oggetti smarritiŠ Si volta, incontra il sorriso di una
ragazza che aveva seguito tutta la scena e che si trovava lì proprio per la
serata di musica. El Alemán recupera il suo bandoneón, dice alla ragazza che le
dedicherà un tango, che è stata gentile, che è bellissima. E' inglese, si chiama
Catalina Maria Rayn. Nel 1907 si sposano, avranno quattro figlie, tutte con le
lentiggini. El Alemán diceva di tutti quei puntini: - Sembrano le note degli
spartiti, voi eravate nel mio destino. I caffè più frequentati dai tangueros lo
cercano. Il proprietario del Caburé, tra Rios e Cochabamba, dice che gli farebbe
trovare cento bottiglie di birra da mezzo litro. Ogni tanto El Alemán accetta di
andare a fare qualche serata da lui, al Parque, alla Morocha, al Tabarìn, al
Palais de Glace, presso molti circoli sociali, compresi quelli della comunità
italiana. Il mondo del tango è ancora piccolino, artigianale, dilettantesco.
Però tenta di uscire da un'epoca primitiva e la nascita delle Case Discografiche
è il motore che lo fa crescere. La Victor è la più importante, recluta
compositori e orchestrine senza badare alle spese. La Atlanta è molto meno
grande della Victor, El Alemán se ne rende conto quando viene invitato ad
un
incontro dai dirigenti delle
due imprese.
Tuttavia stringe un accordo
proprio con la Atlanta perché gli prospetta un programma molto ampio: un totale
di 46 titoli, non solo tanghi. El Alemán compone vals, polcas, tarantelas,
chotis, two-steps, mazurche. E anche musiche del folclore argentino più
tradizionale, chacareras, gatos, zamacuecas, zambas. Crea il Quinteto Criollo El
Alemán: suo fratello Luis suona la chitarra, Ventoso Pita il flauto, Vicente
Pepe e Pedro Miramonte il violino. Ha qualche problema per trovare il cantante
ma poi entra in contatto con la Compañia de Bianca Podestà che gli dà il
permesso di prendere accordi con Arturo Calderilla. I dischi escono, tutti
assieme, tra il 1912 e il 1913. Sorgono per El Alemán nuove opportunità tra le
quali sceglie un rapporto lungo con l'aristocratico Plaza Hotel che qualche
volta ingaggia anche Luis. Due anni dopo squilla il campanello. El Alemán va ad
aprire la porta di casa e resta sorpreso. Ferma a qualche metro dall'ingresso
c'è una ragazzetta, gonna e golfino, con lo sguardo timido. - Maestro, vorrei
prendere qualche lezione da voi - Figlia mia, io insegno il bandoneón! - Lo so,
è per questo che sono qui. - Tu vuoi suonare il bandoneón, dici davvero ?! - Ve
lo assicuro! - Beh, non saresti neanche la prima El Alemán aveva aperto una
scuola di bandoneón, dava lezioni nella casa di Calle Herrera e così, oltre a
riempire la giornata, guadagnava discretamente. Aveva molti allievi che
cominciavano da zero e altri già esperti come Carlos Marcucci e Federico
Scorticati. Per un mese, un'ora e qualcosa al giorno, chiedeva 10 pesos. Fra i
suoi allievi c'era anche sua sorella, aveva abbastanza talento ed un carattere
forte, aveva deciso che sarebbe stata la prima donna a suonare il bandoneón in
pubblico. Si era dimenticato della ragazzetta, non aveva dato importanza a
quell'incontro sulla porta di casa. Che si ripeté dopo un mese e allora stavolta
El Alemán decide di cominciare. Aveva già il suo bandoneón, lo portava dentro un
grande zaino militare. Lo sapeva anche suonare. Si chiamava Francisca Bernardo,
detta Paquita, nata a Buenos Aires, nel quartiere di Villa Crespo, il 1° maggio
del 1900. A 15 anni i suoi genitori l'avevano iscritta al conservatorio di
Catalina Torres con l'idea che potesse diventare una brava pianista. Un giorno,
finita la sua lezione, sta percorrendo il corridoio che conduce verso l'uscita.
Si accorge che da una porta socchiusa sta uscendo una musica bellissima, si
ferma, mette dentro la testa. Un tipo sta suonando una specie di fisarmonica, si
accorge di lei appena finisce il brano. - Entrate, mi state cercando? - Stavo
uscendo, vi ho sentito e chiedo scusa - Vi piace la mia musica? - Mi piace molto
mache cos'è questo strumento? - Un bandoneón, è come una fisarmonica ma con
molti tasti in più. Insomma assomiglia a una fisarmonica ma è diverso, non
c'entra tanto dal punto di vista musicale. - Io suono il pianoforte, posso
provare?
Era diventata rossa come un
papavero, si era accorta tardi di esser stata eccessiva. Il tipo però la trova
simpatica, la fa sedere, le spiega come si mettono le mani sui tasti. Era Josè
Servidio, un musicista che ha composto anche qualche tango. Al termine di
quell'incontro Paquita aveva già deciso che avrebbe abbandonato il pianoforte
per il bandoneón. Siccome al conservatorio non c'era nessuno che lo insegnasse,
va in cerca di Josè Servidio che però si sta trasferendo a Rosario.Allora decide
di imparare a suonarlo acquistando il metodo di Augusto Berto, discretamente
conosciuto nell'ambiente.è messa a cercare un nuovo
maestro.
Poi capisce di aver bisogno di un'assistenza diversa, di un bravo
insegnante El Alemán considerava Paquita all'altezza di sua sorella, con
la differenza che Paquita era giovanissima, avrebbe avuto tutto il tempo
di migliorarsi e di raggiungere un livello eccellente. Questa riflessione
lo fece sentire in colpa. Stava forse oscurando le possibilità di sua
sorella allenando la ragazza? Ne parlò con Luis durante tutta una nottata
di suoni, discussioni, birre. Qualche giorno dopo Paquita si La sorella
dell'Alemán è stata la prima donna, veramente, a suonare il bandoneón in
pubblico ma la sua carriera è stata breve, modesta, inosservata. Paquita
invece si è presentata per la prima volta in un locale con una sua
orchestra. E' stato un vero evento quando nel 1921 l'Orquesta Paquita ha
esordito al Café Domìnguez della Calle (non ancora avenida) Corrientes.
C'erano dei bei nomi in quel complesso: Alcides Palavecino, Elvino
Vardaro, Osvaldo Pugliese. La sua carriera è stata subito un trionfo,
concentrata al Teatro Smart nella Compañia de Blanca Podestà. Un giorno,
verso la fine del 1924, la Casa Discografica Nacional organizza un
concorso di tango al Teatro Gran Splendid. Tutti i pezzi vengono eseguiti
dall'orchestra di Roberto Firpo una sola volta. Quando finisce "Soñando",
il tango presentato da Paquita, il pubblico chiede a gran voce il bis, del
tutto proibito dal regolamento. Il pubblico insiste, Roberto Firpo non sa
che fare. E allora interviene Carlitos Gardel: - Il pubblico è sovrano e
Paquita è l'unica donna del concorso. Un grande successo. La ragazzetta
era davvero cresciuta, frequentando prima la scuola di Enrique Garcia, poi
quella di Pedro Maffia. Strada facendo aveva composto Floreal, Villa
Crespo, Cerro Divino, Cachito, La Enmascarada. Il destino l'ha spazzata
via il 14 aprile del 1925, non aveva ancora 25 anni. El Alemán è andato ai
suoi funerali con le lacrime agli occhi e sino alla fine della cerimonia
ha pianto. Non poteva sentirla come una sua creatura, però La sua scuola
era chiusa da tempo. I vicini di casa lo consideravano un grande artista
ma quel bandoneón che suonava tutto il giorno alla fine era diventato
insopportabile. El Alemán ha dovuto promettere che non avrebbe tenuto più
di tre o quattro allievi. Poi ha pensato ad una soluzione diversa, si è
trasferito al 4368 di Del Valle Iberlucea, non lontano dalla stazione
Lanùs. Però si era sparsa la voce che la scuola non c'era più, non si é
presentato piú nessuno ed ha chiuso. Ha continuato a suonare nei locali da
solo, con la sua orchestra o con quella di Enrique Saborido per la Radio
del Pueblo. Ha composto una decina di tanghi che all'epoca erano piaciuti:
Amor ideal (vals), Buon Vincenzo, Celos, El apache porteño, El Orejudo, La
carambola, La Gaita, La Petiza, Mala Suerte, No hay partido sin revancha,
Pangaré Región campera, Roma caìda. Il 20 settembre del 1935 è morto per
un'emoraggia cerebrale. Un mese dopo gli è stato tributato un ricordo con
uno spettacolo andato in scena al Cine-teatro Guenes, al 972 dell'Avenida
Montes de Oca. Il ricavato è andato a favore della famiglia. Fra i suoi
amici che hanno avuto questo pensiero c'erano Francisco Canaro e Osvaldo
Fresedo.Canaro ha detto:" Lo abbiamo sempre chiamato El Alemán ma adesso
che ricordiamo ciò che ha rappresentato per la musica argentina possiamo
dire che ci siamo sbagliati. Arturo Bernstein è stato El Maestro, ci ha
insegnato le note e quanto fosse importante conoscere la musica prima di
suonarla". |
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