''LA MOROCHA'' testo di Massimo Di Marco
Data: Thursday, 27 March @ 00:40:53 CET Argomento: Poesie - Storia - Letteratura
Si dice che La Morocha sia stato il primo tango ad arrivare in Francia.
Il successo parigino della Morocha è stato.........
Il Caffè Reconquista, sull'angolo tra Lavalle e
Reconquista, non era tra i più conosciuti a Buenos Aires e, attorno al 1905,
neppure tra i più frequentati dai tangueros. Era di un italiano, Emilio
Ronchetti, che lo aveva arredato con sedie traballanti di seconda mano e con una
panca lunga quanto una delle pareti tappezzate da manifesti e da fotografie di
artisti poco noti, per lo più cantanti che forse erano riusciti ad esibirsi
davanti ad un pubblico una volta sola. I tavoli del caffè, di un marrone quasi
nero, erano tenuti fermi dai ritagli di tappo sotto le gambe. Il fumo delle
sigarette oscurava la luce per la quale Ronchetti, di origine genovese, non
aveva previsto sprechi. Tre lampadine poco aggressive penzolavano dal soffitto
aggrappate ad un cordone intrecciato. L'atmosfera era modesta ma le trenette al
pesto che Ronchetti preparava personalmente inuna minuscola cucina, erano
un'attrazione. Così il Caffè Reconquista che per molti, secondo le usanze, era
diventato "lo de Ronchetti
aveva il suo pubblico ed era il locale preferito
dal ballerino, pianista e compositore Enrique Saborido. Da piccolo aveva
studiato violino con Juan Gutiérrez all'Istituto Musical de La Prensa. Era stata
un'idea di suo papà, Stanislao. Lo ascoltava spesso fischiettare, gli sembrava
che avesse talento, una specie di intuizione. Spagnolo, aveva sposato a Sevilla
Rosario Morcillo e poi erano andati in cerca di fortuna a Montevideo dove
Enrique è nato nel 1877. Qualche anno dopo Buenos Aires prometteva qualcosa in
più agli emigranti e così la famiglia Saborido ha cambiato città (e Paese). Il
piccolo Enrique suonava il violino e faceva le elementari. Quando si è iscritto
alle scuole medie, ha deciso dopo solo un anno che non poteva suonare senza
compromettere gli studi. Allora ha smesso di andare da Gutiérrez ma qualche mese
dopo è stato attratto dal pianoforte ed ha preso una nuova decisione: avrebbe
abbandonato la scuola per non mortificare la sua passione per la musica. Sua
madre non era d'accordo, suo padre così così. Vedeva per Enrique un futuro
d'artista. A 12 anni il ragazzo trova un lavoro in una libreria, a 15 entra
nella segreteria del Teatro San Martin dove rimarrà fino al 1907.
Due anni
prima, a 28 anni, è già un bravo pianista al quale viene facile
improvvisare gradevoli composizioni. Nello stesso tempo è diventato un
buon tanguero, tanto che decide di aprire un'Academia. Alterna le sue
esibizioni al pianoforte (soprattutto presso le famiglie famose
dell'aristocrazia di Bs As) alle serate di tango.In una di queste
occasioni conosce una ballerina che arriva, come lui, da Montevideo. E'
Lola Candales, la ragazza che invita al Caffè Reconquista la notte della
vigilia di Natale del 1905. | Lola è una morocha (una
bruna) bellissima. E' anche una tanguera ed una discreta cantante ma queste sue
qualità sfuggono, Enrique Saborido la corteggia, le fa capire che è pazzo di
lei, la guarda e le parla in continuazione, anche se non sono soli. Allo stesso
tavolo ci sono altri amici, Victoria, il deputato Félix Rivas, il señor
Argerich. Passano i quarti d'ora e la scena non cambia, Lola ed Enrique
cinguettano mano nella mano. Gli amici decidono di passare all'attacco. Prima
qualche battutina ironica, poi parole che mettono in dubbio le sue qualità di
compositore. E alla fine Félix Rivas dice: -Enrique,
per dimostrare di non essere un bluff devi comporre un tango che Lola deve
essere in grado di cantare. - Va
bene - dice lui - domani sarà
pronto. Guarda l'orologio, è già domani perché sono le quattro
del mattino. Si sente addosso una certa ansia, accompagna Lola a casa con gli
amici dietro e poi affretta il passo per andare a dormire. Ma gli amici non gli
dànno tregua e dopo che Enrique è entrato nel portone cominciano a fare un
chiasso d'inferno, risate e battutine, proprio sotto la sua finestra. Non ci può
far niente. Va nell'altra stanza, dove c'è il pianoforte e comincia a suonare.
Alle sei e mezza il tango è pronto. C'è anche il titolo, La Morocha. Ma è
soltanto musica, le parole? Esce di casa come un matto, si precipita da un amico
che conosce bene la musica ed è anche capace di comporre versi. E' già qualcuno
a Bs As, due anni prima ha composto El Choclo, un tango che è piaciuto
molto.Angel Villoldo sta ancora dormendo, sono le sette del mattino quando il
campanello si mette a suonare con insistenza. Fa appena in tempo a girare la
chiave della porta: - Aiuto-aiuto, ti prego e ti
scongiuro, dimmi subito di sì Gli racconta quello che sta
succedendo, Villoldo è divertito. - Devo bere dei
caffè - Ma intanto ti metti a
scrivere? Alle dieci e mezza il tango è pronto: Yo soy la Morocha E' in programma
un'altra volata. Devono assolutamente trovare Lola che non sta dall'altra parte
della città ma quasi. In casa Lola non c'è. Enrique è disperato, Villoldo si
attorciglia nervosamente i baffi che sono già attorcigliati. E' la mattina di
Natale, dov'è andata Lola, non avrà un amante? Sono fermi sul marciapiede,
Villoldo guarda il cielo, Enrique guarda un cane con una tale ferocia che
quello, forse per paura di essere azzannato, se ne va di corsa. - Enrique! Lola è lì con la bicicletta, è
andata a fare un giro perché muore di caldo. - Ti
ho portato un regalo! Enrique sa che Lola immagina di che cosa si
tratti ma non importa. - Ho composto un tango per
te, Angel ha scritto le parole, questa sera lo canti? Vanno a
casa di Enrique. Lola vuole prima ascoltare la musica, poi deciderà. Le piace.
Adesso le parole. Bello, bellissimo. Alla sera il ritrovo al Caffè Reconquista è
per le undici. Ronchetti ha preparato un piccolo presepio sul tavolo, la stella
di Natale non si accende, malauguratamente la pila è scarica. Gli amici della
sera prima sono già sul posto quando Lola entra nel locale davanti a Villoldo e
a Enrique. Ronchetti ha procurato un pianoforte. Dopo le trenette al pesto il
padrone del locale si schiarisce la voce ed annuncia Lola che canterà un nuovo
tango. Anche se non è in forma smagliante alla fine dell'esibizione Lola riceve
una montagna di applausi. Sono sinceri, Lola è costretta a cantare La Morocha
otto volte, è sicuramente un successo. Anche gli amici sono in estasi: - Enrique, noi scherzavamo, avrai capito Il
deputato Félix Rivas gli allunga una busta, dentro ci sono cento pesos.
- Ho perso la scommessa, qualcosa devi
vincere. Due mesi dopo l'editore Luis Rivarola mette La Morocha
sul mercato. La prima edizione, soltanto musica, stranamente dedicata ai soci
del Club della Pelota, vende 280 mila esemplari a 70 centavos l'uno. E' una
fortuna ma il rappresentante di Enrique Saborido che tiene i rapporti con la
Casa Editrice, scappa con i soldi. La seconda edizione e le successive sono
cantate da Flora Rodriguez, Linda Thelma, Pepita Avellaneda. E' un grande
successo. Si dice che La Morocha sia stato il primo tango ad arrivare in
Francia. E' poco probabile visto che Villoldo era già a Parigi all'inizio del
1905, in ogni caso il successo parigino della Morocha è stato talmente
convincente da consentire ad Enrique Saborido una vita piuttosto disimpegnata.
Anche Felicia, di qualche anno dopo (1910, dedicato a doña Felicia Ilarregui,
moglie dell'amico Carlos Mauricio Pacheco) sarà un bel tango ma dal punto di
vista commerciale un po' meno fortunato. Lola è stata una meteora nella vita del
ballerino-compositore che ha poi sposato Urbana Nicasia Ruiz. Qualche tentativo
di fare cassetta sulla falsariga della Morocha non è mancato. Una compositrice
ha presentato La Rubia, Vicente Greco ha composto El Morochito. Persino Saborido
ha cercato una seconda fortuna con "La figlia della Morocha." L'unico che ha
suscitato un certo interesse è stato l'autore di una parodia della Morocha (Los
Mammertos) che Buenos Aires ha accolto piuttosto divertita. L'autore era uno
sconosciuto. Chiaramente uno pseudonimo. Dietro il quale, ancor più divertiti,
si celavano i baffi attorcigliati di Angel
Villoldo.
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