LA RELAZIONE TRA ASTOR PIAZZOLLA E ANIBAL TROILO
Così come nella sua fanciullezza ebbe la fortuna di mantenere una sporadica
amicizia con Carlos Gardel, quando questi visitò la città di New York, ad Astor
Piazzolla si presentò la opportunità di conoscere, appena cinque anni più tardi,
un altro dei grandi personaggi dalla storia della musica porteña, Anìbal Troilo,
però questa volta la relazione fu più duratura e consistente.
Dobbiamo tornare all’anno 1939, quando un ragazzetto di appena 18 anni di
età, accorreva quasi tutte le notti al caffè Germinal, della vecchia
ed stretta calle Corrientes, ad ascoltare la orchestra diretta dal
bandoneonista Anìbal Troilo.
In detta formazione suonava il violinista Hugo Baralis, che era amico del
giovane Astor, e lo invitava a prendere un caffè e già che c’era, ad ascoltare
l’orchestra. E, grazie a Baralis, che lo avvisa che uno dei bandoneonisti, Toto
Rodriguez, era malato, si presenta a Piazzolla la grande opportunità che andava
cercando ansiosamente, cioè far parte della orchestra del "Pichuco".
Furono cinque gli anni in cui durò la presenza del giovane di Mar del Plata,
nelle fila dei bandoneonisti di Anìbal Troilo, epoca che coincide con i l
culmine della trionfale carriera della famosa orchestra; è in questo periodo che
si produssero le prime registrazioni che ebbero successo nella storia della
musica "tanguera", e contemporaneamente, con l’inserimento del cantante
Francisco Fiorentino, ottennero l’incarico di animare i grandi balli nei club
più importanti nella Capitale federale e dintorni.
Egli però, non fu solamente un bandoneonista; a volte doveva sostituire
Argentino Galvàn, che era l’arrangiatore della orchestra.
Il primo arrangiamento che scrisse fu la milonga Azabache, che permise a
Troilo di vincere il concorso del programma Ronda de Ases indetto da Radio el
Mundo, e il secondo fu il tango Inspiracciòn, che è una delle interpretazioni
più riuscite dell’orchestra.
Raccontava Piazzolla che Inspiracciòn lo eseguirono nel ballo di carnevale
del club Boca Juniors e che il pubblico, quando ascoltò le prime note del tango,
smise di ballare e si avvicinò al palco per ascoltare ed applaudire i musicisti.
" Però, nonostante sia stato un successo trionfale, a Troilo non piacevano i
miei arrangiamenti" , diceva Astor, " perché possedevano una orchestrazione
eccessiva ,e non servivano per ballare". Pichuco rimproverava Piazzolla
dicendogli: " Gato, devi fare la musica per i ballerini, che pagano per entrare,
altrimenti andiamo a morire ".
Però, nonostante questi piccoli attriti che si producevano a causa degli
arrangiamenti di Astor e perché a volte gli sfuggivano gli accordi dalle mani
durante le prove, la relazione tra il "Gordo" e Astor fu sempre molto buona. Il
problema che ebbe Piazzolla, che lo portò a ritirarsi dalla orchestra, non fu il
Pichuco, bensì alcuni componenti del gruppo che non erano d’accordo con le
influenze classiche e moderne che passavano per la mente di Piazzolla, e la sua
maniera di volerle interpretare. dall’altro lato, come diceva Astor, la
orchestra già " mi stava andando stretta".
Mentre suonava, Piazzolla si ritagliava del tempo per studiare con il maestro
Alberto Ginastera, per perfezionarsi nella composizione musicale. Inoltre
approfittò di questo periodo di vacche grasse, giacché guadagnava 800 pesos al
mese, per sposarsi con la pittrice Dedè Wolf, matrimonio dal quale ebbero due
figli, Diana e Daniel.
Quando, dopo cinque anni di collaborazione, Astor disse al "Gordo" che andava
via per accompagnare Fiorentino, non la presero bene né Pichuco né soprattutto
la madre di questi,
la quale chiamò Dedè, la moglie di Astor, per contestare la decisione presa
dal marito.
Però tempo dopo, quando nel 1946 Piazzolla presenta la sua propria orchestra,
è lo stesso Troilo che gli fa visita il giorno del debutto e si complimenta con
lui, augurandogli ogni bene in questa nuova tappa della sua vita.
Nonostante che al Gordo non piacesse molto la musica di Piazzolla, tanto che
in varie occasioni dichiarò che era una cosa che non intendeva, seppe comunque
valorizzare l’opera del suo amico, a tal punto che registrò nel decennio a
cavallo degli anni 50 i tangos Para lucirse, Prepàrense, Contratiempo, triunfal,
Lo que vendrà ed il tango che composero insieme: "Contrabajeando". Negli anni
60, più precisamente nel 1966, incise "Verano Porteño" e il magistrale "Adiòs
Nonino".
Piazzolla allo stesso modo dimostrò a Troilo il suo profondo rispetto e
affetto, scrivendo un tango con versi di Horacio Ferrer: "El Gordo Triste",
opera scritta in omaggio del suo amico ancora in vita, e dopo la morte di
Pichuco, scrisse in suo onore la "Suite Troileana", nella quale incluse quelli
che secondo Astor rappresentano i quattro amori che Troilo ebbe nella sua vita:
il bandoneon, Zita, Whisky e "escolazo".
Che peccato non conoscere Astor in quel periodo, perché se avessi potuto gli
avrei consigliato di aggiungere due capitoli nella sua Suite Troileana, che
furono, secondo una mia semplice opinione, sua madre e l’amatissimo River
Plate.
Dopo la morte di Troilo, Piazzolla ricevette da Zita Troilo uno dei bandoneon
del Gordo, regalo che Astor accudì come una reliquia fino al termine dei suoi
giorni.
Jorge Gutman
Traduzione di Fabio Antonucci