GARDEL E PIAZZOLLA New York anno 1935!!
Data: Friday, 06 June @ 15:19:01 CEST
Argomento: Poesie - Storia - Letteratura


Ci sono storie nelle quali le vicende si intrecciano come in un rompicapo......!!
Carlos Hugo Burgstaller
Traduzione al italiano di Fabio Antonucci

GARDEL E PIAZZOLLA

Ci sono storie nelle quali le vicende si intrecciano come in un rompicapo e altre, invece, che mai si compiono perché qualche pezzo si è perso durante il cammino.

La storia che ci accingiamo a conoscere appartiene a quest’ultima categoria.

E’ risaputo che Gardel e Piazzolla si conobbero a New York nell’anno 1935 e quell’incontro fu provocato da un qualcosa che venne in mente a Nonino, il papà di Astor.

Quando Gardel arrivò a New York per filmare, Nonino realizzò una incisione su legno per regalarla a Zorzal. Raccontava lo stesso Astor che lo vestirono elegantemente con giacca blu, pantalone bianco di flanella e lo inviarono al palazzo delle Belle Arti, alla 48th street, a Broadway, dove era alloggiato Gardel e i suoi accompagnatori. L’incisione su legno rappresentava un gaucho con la chitarra.

In ascensore Astor si incontra con Alberto Castellanos che con espressione preoccupata portava con se due bottiglie di latte. Astor gli chiese in inglese dove stesse andando e Castellanos gli fece capire che non parlava quella lingua.

- Ah , lei parla spagnolo?- chiese Astor

- Sono argentino- rispose Castellanos mentre gli si illuminava il volto, e aggiunse:

" Ragazzo, come uno stupido sono uscito senza le chiavi; fammi un favore: entra nell’appartamento di Gardel per la scala antincendio e sveglia il signore che sta dormendo nella camera".

E questo fece Piazzolla, però commise un piccolo errore : invece di svegliare Gardel svegliò Alfredo Le Pera, che si trovava nel letto a fianco, che gli rispose con un grugnito. Il carattere di Le Pera non era il più simpatico del mondo, soprattutto al risveglio. Chi aveva un buon carattere era Gardel.

La confusione produsse un piccolo malinteso ma tutto si chiarì quando aprirono la porta a Castellanos ed Astor poté raccontare che era argentino, che aveva con se un regalo per Gardel e che era entrato attraverso la scala antincendio perché chiestogli da Castellanos.

Una volta chiarito tutto, lo invitarono a fare colazione e così Astor poté consegnare l’incisione che suo padre aveva intagliato apposta per il Zorzal.

Astor raccontò che suonava il bandoneòn, notizia che rallegrò molto Gardel e a partire da quel momento diventarono amici, al punto che Astor si offrì come cicerone per Gardel che non conosceva l’inglese.

Una domenica i genitori di Astor invitarono Gardel a mangiare ravioli fatti in casa dalla mamma e frittelle di mela come dessert. Quel giorno Astor suonò il bandoneon per Gardel.

" Pibe, suoni il bandoneon come un gallego ", disse Gardel quando lo ascoltò.

Sappiamo che l’amicizia di Gardel con il piccolo Astor arrivò a tal punto che lo fece partecipare ad una scena della pellicola El dia que me quieras,

E prima di arrivare alla fine di questo racconto, nella narrazione che fece Piazzolla di quei fatti, affermò: " Parlava come un uruguaiano ". Si riferiva a Gardel:

Terminate le riprese, Gardel e la sua comitiva partirono per quel tour dove li aspettava il terribile incidente di Medellìn.

Passarono alcuni anni dalla disgrazia, la famiglia Piazzolla era già tornata in Argentina quando Astor venne messo al corrente di un fatto: Andrès d’Aquila, il suo primo maestro di bandoneon, un giorno vide una incisione su legno un po’ bruciacchiata che si vendeva per venti dollari nella vetrina di un negozio. In questa incisione ( l’immagine di un gaucho con chitarra) si leggeva, ancora nitidamente, la firma del suo autore : Vicente Piazzolla; davanti un cartellino che diceva: "Appartenne ad un cantante argentino di tango ".

D’Aquila non disponeva in quel momento dei venti dollari, ma ottenne dal padrone del negozio la promessa che lo avrebbe conservato fino al giorno successivo: Però il commerciante non mantenne la sua parola. Quando d’Aquila tornò il giorno dopo l’incisione era stata venduta.

Questa storia lasciò Piazzolla perplesso per sempre. Quella incisione che era partita da New York insieme alle cose di Gardel e che qualcuno aveva raccolto tra i resti dell’aereo, senza che si sappia come, era tornata a New York.

Per il grande valore sentimentale che rappresentava, Astor non perse mai la speranza che un giorno qualcuno la ritrovasse per poi riconsegnargliela. Però ciò non avvenne mai e, come affermavo all’inizio, questa è una di quelle storie dove le sue componenti non riescono ad unirsi negandoci un finale. Almeno per ora.

 







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