Tango e postribolo
E’ molto comune ascoltare l’opinione per cui il tango ebbe origine nei
bordelli. In realtà ciò non è così. E’ più probabile che questa affermazione
derivi più da un pregiudizio che da una certezza. Intendo dire che è possibile
che per dequalificare il tango alla sua origine cercavano di associarlo con
questa attività perché, in qualche modo, provocava il rifiuto immediato.
Chiaro che nei bordelli propriamente detti, del secolo XIX , i musicisti non
esistevano. C’erano in altri locali che apparivano come balere, ma che in realtà
prestavano altri servizi. In questi luoghi si suonava il tango, come il valzer,
le milongas, le Polche e molti altri ritmi che erano di moda o che
rappresentavano una novità per quei tempi.
Ora possiamo pensare che questa connessione tra il tango e le case di
tolleranza, relazione che sembrava molto stretta, potrebbe ricondursi al fatto
che molti locali dove si suonava il tango, non godevano di una buona
reputazione. Però la relazione si ferma lì. In altra occasione potremo trattare
il tema del rifiuto dell’alta classe al tango, poiché ci sono molti luoghi
comuni e fantasie da sfatare. Il motivo di questo articolo è di fare un piccolo
riesame di quei primi tangos che dai loro titoli possono senz’altro ricondursi
all’ambiente delle "case"; però semplicemente in funzione di caratterizzazione e
niente più, e che per molti sono la causa di questa origine che gli si
conferisce.
Vediamo. Ci sono titoli come " Dame la lata", che per alcuni
rappresenta il tango porteño con melodia originale più antico. Il suo titolo
evoca una scena di postribolo che consisteva nel elargire una sorta di moneta di
latta che il cliente donava alla pupilla del locale e che a questa serviva per
poi pagarsi le prestazioni.
" El queco", questo tango datato 1874, si dice fosse cantato
dalle truppe del generale Arredondo entrando a Cordoba e San Luis durante la
sollevazione mitrista di quell’anno. Queco è sinonimo di bordello
Molti titoli possono ben qualificarsi come metafore relazionate agli organi
sessuali, così apparsero titoli come " El serrucho" e "La
budinera". Oppure titoli come "El fierrazo" che fa diretta
allusione al’orgasmo.
Esistevano oltretutto quei tangos con titoli che si riferiscono al mondo
picaresco come: "No me pise la pollera", "Aquì se vacuna", "Golpià que te
van a abrir", "Seguila que va chumbiada", "Bronca con la percanta", "Soy
tremendo" , "Chifale que va a venir", "Que rana para un charco", "No empujés,
caramba", e il famoso "Cuidado con los cinquenta", di
Villoldo, che si riferiva a quel editto di polizia che multava con cinquanta
pesos a coloro che cercavano di abbordare una donna con dei complimenti.
Inoltre troviamo titoli con riferimenti più espliciti , alcuni chiaramente
pornogràfici, come: "Con que trompieza que no dentra", "Dos veces sin
sacarla", "Embadurname la persiana", "Colgate del aereoplano", "Sacudime la
persiana" e "Sàcamele el molde".
E’ certo che esistono altri titoli , però questi in qualche modo sono utili
come esempio. E’ interessante notare che molte volte, questi stessi titoli ,
erano stati adottati precedentemente da altri temi, altri ritmi come le polche e
corridos. Però bisogna ricordare che la maggior parte di questi tangos non
avevano testi, così la procacità , la picardia, o il doppio senso, si riducevano
al solo titolo.
Carlos Hugo Burgstaller
I titoli sono estratti da Historia del tango di Blas Matamoro – Centro Editor
de América Latina – 1971