E’ risaputo che Gardel e Piazzolla si conobbero a New York nell’anno 1935 e
quell’incontro fu provocato da un qualcosa che venne in mente a Nonino, il papà
di Astor.
Quando Gardel arrivò a New York per filmare, Nonino realizzò una incisione su
legno per regalarla a Zorzal. Raccontava lo stesso Astor che lo vestirono
elegantemente con giacca blu, pantalone bianco di flanella e lo inviarono al
palazzo delle Belle Arti, alla 48th street, a Broadway, dove era
alloggiato Gardel e i suoi accompagnatori. L’incisione su legno rappresentava un
gaucho con la chitarra.
In ascensore Astor si incontra con Alberto Castellanos che con espressione
preoccupata portava con se due bottiglie di latte. Astor gli chiese in inglese
dove stesse andando e Castellanos gli fece capire che non parlava quella
lingua.
- Ah , lei parla spagnolo?- chiese Astor
- Sono argentino- rispose Castellanos mentre gli si illuminava il volto, e
aggiunse:
" Ragazzo, come uno stupido sono uscito senza le chiavi; fammi un favore:
entra nell’appartamento di Gardel per la scala antincendio e sveglia il signore
che sta dormendo nella camera".
E questo fece Piazzolla, però commise un piccolo errore : invece di svegliare
Gardel svegliò Alfredo Le Pera, che si trovava nel letto a fianco, che gli
rispose con un grugnito. Il carattere di Le Pera non era il più simpatico del
mondo, soprattutto al risveglio. Chi aveva un buon carattere era Gardel.
La confusione produsse un piccolo malinteso ma tutto si chiarì quando
aprirono la porta a Castellanos ed Astor poté raccontare che era argentino, che
aveva con se un regalo per Gardel e che era entrato attraverso la scala
antincendio perché chiestogli da Castellanos.
Una volta chiarito tutto, lo invitarono a fare colazione e così Astor poté
consegnare l’incisione che suo padre aveva intagliato apposta per il Zorzal.
Astor raccontò che suonava il bandoneòn, notizia che rallegrò molto Gardel e
a partire da quel momento diventarono amici, al punto che Astor si offrì come
cicerone per Gardel che non conosceva l’inglese.
Una domenica i genitori di Astor invitarono Gardel a mangiare ravioli fatti
in casa dalla mamma e frittelle di mela come dessert. Quel giorno Astor suonò il
bandoneon per Gardel.
" Pibe, suoni il bandoneon come un gallego ", disse Gardel quando lo
ascoltò.
Sappiamo che l’amicizia di Gardel con il piccolo Astor arrivò a tal punto che
lo fece partecipare ad una scena della pellicola El dia que me quieras,
E prima di arrivare alla fine di questo racconto, nella narrazione che fece
Piazzolla di quei fatti, affermò: " Parlava come un uruguaiano ". Si riferiva a
Gardel:
Terminate le riprese, Gardel e la sua comitiva partirono per quel tour dove
li aspettava il terribile incidente di Medellìn.
Passarono alcuni anni dalla disgrazia, la famiglia Piazzolla era già tornata
in Argentina quando Astor venne messo al corrente di un fatto: Andrès d’Aquila,
il suo primo maestro di bandoneon, un giorno vide una incisione su legno un po’
bruciacchiata che si vendeva per venti dollari nella vetrina di un negozio. In
questa incisione ( l’immagine di un gaucho con chitarra) si leggeva, ancora
nitidamente, la firma del suo autore : Vicente Piazzolla; davanti un cartellino
che diceva: "Appartenne ad un cantante argentino di tango ".
D’Aquila non disponeva in quel momento dei venti dollari, ma ottenne dal
padrone del negozio la promessa che lo avrebbe conservato fino al giorno
successivo: Però il commerciante non mantenne la sua parola. Quando d’Aquila
tornò il giorno dopo l’incisione era stata venduta.
Questa storia lasciò Piazzolla perplesso per sempre. Quella incisione che era
partita da New York insieme alle cose di Gardel e che qualcuno aveva raccolto
tra i resti dell’aereo, senza che si sappia come, era tornata a New York.
Per il grande valore sentimentale che rappresentava, Astor non perse mai la
speranza che un giorno qualcuno la ritrovasse per poi riconsegnargliela. Però
ciò non avvenne mai e, come affermavo all’inizio, questa è una di quelle storie
dove le sue componenti non riescono ad unirsi negandoci un finale. Almeno per
ora.