Mar
15
2009
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Lezioni di Tango o di Commercio ?


Lezioni di Tango

Lezioni di Tango


Lezioni di tango

Titolo: Tango Lesson
Anno di uscita: 1997
Regia: Sally Potter
Attori principali: Sally Potter, Pablo Veron.

frase celebre:

“Perché hai scelto il tango?”
“Non ho scelto il tango, il tango ha scelto me.”

Una regista di nome Sally in cerca di ispirazione si reca in teatro a vedere uno spettacolo di tango e lì rimane folgorata dalla presenza scenica, dalla bellezza e dalla grazia del ballerino.

Così decide di conoscerlo e, dopo aver capito che si tratta del famoso maestro Pablo Veron, gli chiede lezioni private per imparare i primi passi. Lei non ha mai ballato quindi nella prima lezione si parte proprio dall’inizio, dal semplice camminare, avanti e indietro.

La protagonista viaggia molto e la sua nuova passione la porta fino a Buenos Aires dove continua a prendere lezioni e, soprattutto, frequenta assiduamente le milonghe. Così, una volta tornata a Parigi, incontra nuovamente Pablo che rimane affascinato dai progressi di Sally.

Tra i due nasce una storia d’amore in realtà molto breve perché Pablo propone a Sally di essere la sua partner durante gli spettacoli teatrali ma di troncare la loro relazione.
Lei, sempre innamorata, accetta a fatica la nuova situazione e così per metà del film lui dirigerà la coppia, sarà la sua guida, il suo maestro, e sarà spesso duro e severo con lei. Nel secondo tempo, invece, la situazione verrà totalmente ribaltata da quando Sally proporrà a Pablo di fare un film sul tango e stavolta sarà lui, se vuole farne parte, a dover sottostare alla “conduzione” della donna.

I due protagonisti hanno un rapporto di amore e odio, alternano continuamente la complicità e la sfida, i momenti di intimità ai litigi e tirano fuori nella danza tutta la loro passionalità. A volte la musica sembra unirli e altre volte diventa proprio motivo di discussione.

Ma in realtà in questo film la storia sembra quasi un pretesto e il vero protagonista, perennemente in scena, è sicuramente il tango. Le scene iniziali hanno pochissimi dialoghi, sembrerebbe quasi un film muto ma soltanto privo di parole, perché spesso la musica si sostituisce al dialogo, e le note alle parole.

Soprattutto per questo il film merita di essere visto: si balla a Parigi, si balla a Londra e si balla in Argentina; si balla in aeroporto e si balla in teatro, si balla dentro casa mentre si prepara la cena e si balla sotto la neve mentre si passeggia. La musica cattura i protagonisti in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi luogo: c’è una scena di tango sotto la pioggia, una lungo la Senna, una in una scala mobile.

Sebbene a volte lento e poco coinvolgente (la maggior parte del film è in bianco e nero), i diversi tanghi vivacizzano le situazioni e, oltre a vari ballerini, addirittura anche gli oggetti sono “coinvolti” e Pablo riesce a ballare anche attorno ad una sedia, oppure muovendo un carrello per i bagagli come se fosse la sua compagna. Questa presenza constante raggiunge il suo apice nella scena finale, quando lei balla con tre ballerini una meravigliosa coreografia sul Libertango.

Il film fu presentato tra i “film di Mezzanotte” della 54^ Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e i due protagonisti sono, in realtà, reali: lei è la regista del film e lui un grande maestro di tango.

Pablo Veròn, poco dopo l’uscita del film, nel maggio del 1999 venne a Roma per proporre stages e lezioni;
la redazione di sabordetango.org partecipò e annotò i suoi commenti sulla pellicola e una lunga intervista in esclusiva al ballerino. Qui in basso, invece, un abstract di una sua intervista molto più recente.


Roma 05/1999

Marco y Pablo Roma 05/1999



Estratto da una Intervista a Pablo Veròn
fatta da Carlos Bevilacqua in esclusiva per El Tangauta nel suo numero 170 di dicembre 2008 sul tango nuevo:

“Parlare di tango nuevo come danza è difficile perchè il nome prevede una divisione con il passato e questo è molto discutibile, relativo ed ingannevole. Questa era la definizione della musica di Piazzolla e copiarne il nome, come se fosse sufficiente per essere equivalente e quindi per essere differente, non mi sembra corretto. É come se volessero farti credere di aver inventato loro il tango. Ed allora: cosa si ballava prima? Il tango è il tango e si è sempre trasformato dalle sue origini e se ogni rinnovamento fosse stato un tango nuevo, al giorno d’oggi avremmo innumerevoli tangos nuevos.

Il tango lo abbiamo creato tutti noi ballerini di tutte le generazioni che apportiamo qualcosa e ciò accade da più di 100 anni! Hanno pensato che il tango fosse terra di nessuno e vi hanno piantato la bandiera di “nuevo”, ma il nuovo non è per forza migliore del vecchio e non credo si possa andare lontano se si parte dal principio di negare o contrapporsi al passato. A quello che viene chiamato tango nuevo riconosco il merito di domandarsi i perchè, cercare di spiegare il funzionamento ed aggregare in maniera diversa il materiale, ma tuttavia questo processo è ancora in fasce e genera più di una confusione. Ciononostante soddisfa una necessità del mercato, perchè si sta pensando come in un’operazione commerciale, ma scarseggia di fondamenti solidi per potersi chiamare “metodologia”.

Il fatto è che quelli che credono di ballare “nuevo” stanno utilizzando maggiormente gli elementi di sempre.

I movimenti esistevano già, peccato che non lo dicano: giri, ganci, boleos, sacadas dell’uomo e della donna in tutte le direzioni, cambi di direzione, arrastres, paradas, corridas, salti, passi cruzados, eccetera. L’altro giorno mi hanno raccontato che c’è gente che crede che i giri li abbia inventati uno dei “profeti” di oggi. I giri li inventò Petróleo più di 50 anni fa! Ciò che è veramente nuovo è il commercio sempre più massiccio attorno al tango in vari livelli. Il ballo si sta trasformando da molto tempo grazie a molta gente e questo processo si è velocizzato negli ultimi anni perchè si è trasformato in uno stile di vita molto interessante.”

 

- Los Chantas Cuatro Team -

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Nov
08
2008
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Profumo di donna

profumo di donna

profumo di donna


Titolo: Scent of a woman

Anno di uscita: 1992

 

Regia: Martin Brest

Attori principali: Al Pacino, Chris O’Donnell.

frase celebre (detta da Al Pacino):

Non c’è niente di peggio che assistere alla stupida amputazione di un’anima perché per quello non c’è protesi…

Sentire il tango, seguirne le note, essere il corpo di quella musica.

Fondere due figure in un unico movimento. Tutto sulla musica, dentro la musica.

Questo è il delicato equilibrio del tango. Ne è un esempio la scena più famosa del film Scent of a woman in cui Al Pacino (nel ruolo di un non vedente) invita una donna a danzare, senza conoscerla, dopo averne sentito l’attraente profumo. È in questa meravigliosa scena che Al Pacino mostra come si possa raggiungere una perfetta sintonia sulla base di un unico elemento comune: la musica.

Il film narra di Charlie, un giovane studente che, per guadagnare un po’ di soldi, accetta il lavoro di accompagnatore per un week-end intero, per un uomo rimasto cieco dopo un incidente sotto le armi. Si tratta di Frank, un ex-ufficiale ormai in congedo da anni. Egli si rivela inizialmente cinico, burbero e molto solitario, con il brutto vizio dell’alcool e una grande passione per le donne. Si comporta spesso in modo eccentrico e il suo caratteraccio, rude e iracondo, non rende certo facile il compito di Charlie. Eppure dietro quella apparente rigidità si nasconde un uomo frustrato e malinconico che tenta addirittura il suicidio. Per fortuna viene scoperto in tempo e salvato dal giovane e così il rapporto tra i due comincia a diventare sempre più profondo e sincero finché il colonnello si rivelerà fondamentale nel risolvere un problema che affligge Charlie e i suoi studi universitari.

Il vecchio Frank è in realtà un uomo furbo e molto concreto; diventa per Charlie come un padre e lo difende pienamente ricambiando affettuosamente la lealtà e l’onestà del ragazzo.

Il colonnello si rivela anche un ottimo danzatore nella scena in cui invita una giovane ragazza a ballare un tango e, a dispetto della parte più rozza ed esuberante del suo carattere, in questa scena mostra di possedere la classe e l’eleganza tipica del ballo. Lei è sorpresa e rimane quasi stregata dalla maestria, dallo stile di questo sconosciuto.

Il colonnello è anche un gran conquistatore di donne ma il ballo non è semplicemente un mezzo di conquista, diventa un modo per trasmettere qualcosa, il desiderio di condividere con un’altra persona un momento intenso. Il tango è una grande passione e qui, probabilmente, rappresenta la passione per la vita, la voglia di mettersi in gioco, anche per un uomo di mezza età ormai disilluso e a volte stanco della propria esistenza. Il tango lo risveglia, gli dona energia e vitalità, diventa uno scambio di emozioni positive tra due personaggi mai incontrati prima e che, comunque, proseguiranno ognuno per la propria strada, conservando il ricordo di quel momento magico.

Forse non tutti sanno che il film è un remake del precedente Profumo di donna, film di Dino Risi del 1974 con un bravissimo Vittorio Gassmann. Dino Risi trasse la storia dal romanzo dello scrittore Giovanni Arpino (il titolo è Il buio e il miele).

Sabrina

- Los Chantas Cuatro Team -

 


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